L'architettura
L'edificio, che con la sua forma e i suoi 40 metri di altezza è già un punto di riferimento,sorge nel cuore della vecchia area industriale di Pescara. E' costituito da due corpi collegati ma distinti: un grande edificio principale basso sul quale si alza una leggera struttura ad anello. Le sue forme eleganti e moderne sostituiscono rugginosi capannoni abbandonati e danno un contributo decisivo alla riqualificazione dell'intera zona.
Ogni dettaglio della progettazione è all'insegna della vivibilità, della sostenibilità e, come sempre nelle architetture di Fuksas, di una stretta relazione fra l'edificio ed il contesto circostante. Una relazione che va nei due sensi.
Per chi è all'esterno, le forme e le vetrate dell'edificio offrono ai passanti scorci sempre mutevoli che ne fanno un punto di attrazione e di interesse visivo.
Le oltre 300 persone che lavorano all'interno, dal canto loro, hanno a disposizione cinque livelli di t.. Leggi tutto
L'architettura
L'edificio, che con la sua forma e i suoi 40 metri di altezza è già un punto di riferimento,sorge nel cuore della vecchia area industriale di Pescara. E' costituito da due corpi collegati ma distinti: un grande edificio principale basso sul quale si alza una leggera struttura ad anello. Le sue forme eleganti e moderne sostituiscono rugginosi capannoni abbandonati e danno un contributo decisivo alla riqualificazione dell'intera zona.
Ogni dettaglio della progettazione è all'insegna della vivibilità, della sostenibilità e, come sempre nelle architetture di Fuksas, di una stretta relazione fra l'edificio ed il contesto circostante. Una relazione che va nei due sensi.
Per chi è all'esterno, le forme e le vetrate dell'edificio offrono ai passanti scorci sempre mutevoli che ne fanno un punto di attrazione e di interesse visivo.
Le oltre 300 persone che lavorano all'interno, dal canto loro, hanno a disposizione cinque livelli di terrazze panoramiche, dal primo al sesto piano, dove rilassarsi, socializzare e passeggiare osservando la loro città e sentendosi partecipi della sua vita.
Descrizione delle tipologie strutturali
Trattasi di un edifcio a destinazione uffici, di 11 piani fuori terra ed uno interrato adibito a parcheggio. Sono individuati tre corpi di fabbrica distinti :
- Il corpo "A" che si sviluppa con pianta di circa 5.500 mq a livello interrato;
- Il corpo "B" che si sviluppa con pianta di circa 2.100 mq per sei livelli;
- Il corpo "C" che si sviluppa con pianta di circa 900 mq per quattro livelli
Il volume complessivo interrato e fuori terra è pari a 79.950 mc e l'altezza massima fuori terra è pari a 41,00 m.
Corpo "A"
La struttura è prevalentemente in c.a. con elementi verticali, pareti e pilastri, incastrati nella platea di fondazione. Il solaio è a piastra in calcestruzzo pieno di spessore pari a 30 cm.
Corpo "B"
La struttura presenta colonne in calcestruzzo ad altissime prestazioni per consentire la riduzione delle dimensioni geometriche. Le solette, date le luci in gioco e la particolarità degli sbalzi (10 m) e delle forometrie architettoniche, sono realizzate in cemento armato con cavi di post-tensione.
Corpo "C"
La struttura del corpo "C" è sostanzialmente in acciaio ed è caratterizzata da una forma particolare che ne esalta la leggerezza. Questa grava su un piano di trasferimento in calcestruzzo leggero strutturale con cavi di post-tensione.
E' importante notare che, data la sismicità del sito e la particolare forma architettonica che la contraddistingue,l'edificio è stato "protetto" mediante l'uso di isolatori sismici del tipo visco-elastico.
I pilastri del piano interrato sono stati realizzati con calcestruzzo Rck=55 Mpa. Per i pilastri che spiccano dal piano terra invece, per esigenze di tipo architettonico che richiedevano una limitazione dell'ingombro, è stato utilizzato calcestruzzo ad alta resistenza (Rck>= 85 Mpa) con il quale è stato possibile adottare per la gran parte dei pilastri una sezione 40x40 cm. Alcuni pilastri, per una scelta di pura forma architettonica, sono stati proposti ina acciaio con sezione cruciforme.
Il piano di "trasferimento", come giustamente è stato nominato, prese la sua forma strutturale definitiva in calcestruzzo dopo una memorabile riunione svoltasi presso lo studio Collina a Forlì. Erano presenti tutti i progettisti, la Direzione dei lavori ed i compianti Vincenzo Collina, collaudatore dell'opera, e Dino D'Antonio, direttore tecnico dell' impresa esecutrice. Di seguito si riepilogano le linee guida da tutti condivise.
Popichè il piano di trasferimento doveva avere una innegabile funzione statica, era opportuno che questo fosse ben leggibile.Il corpo sopraelevato che lo avrebbe gravato con le proprie azioni era costituito da una "pelle" o membrana,discretizzata in elementi triangolari in acciaio, stabilizzata nella sua forma variabile in pianta ed in altezza da diaframmi orizzontali costituiti dai solai. Questo "paniere" superiore aveva un fondo, il piano di trasferimento, che gravava su appoggi discreti costituiti dai TRIPODI e dai vani scala. Questi appoggi erano ovviamente infinitamente rigidi.
Il progetto del piano di trasferimento doveva pertanto raggiungere lo scopo di trasferire le reazioni verticali della "pelle" ai tripodi senza concentrarle nei punti di maggior rigidezza flessionale del piano di trasferimento stesso.
Questa esigenza risultava estremamente importante, dato che le concentrazioni di sforzo nella "pelle", che potevano sommarsi alle tensioni provocate dalle variazioni di temperatura cicliche, erano estremamente grandi e difficilmente valutabili. Sicuramente queste avrebbero imposto differenti dimensionamenti degli elementi strutturali esterni.
Il risultato teso ad evitare concentrazioni di sforzo nella "pelle" si poteva ottenere con un piano di "trasferimento" di opportuna rigidezza flessionale maggiore della rigidezza della membrana che vi avrebbe gravato sopra. Le forze di bilanciamento necessarie potevano essere quindi esplicate da cavi di post-tensione annegati in un piano di trasferimento, con calcestruzzo ad elevate prestazioni in resistenza e leggerezza, opportunamente disegnato per trasferire con percorsi brevi le reazioni dai tripodi alla pelle.
Così è stato progettato ed eseguito il piano di trasferimento. Dopo averlo eseguito sono stati realizzati i sovrastanti solai mantenendoli puntellati con pilastri provvisionali. Terminati gli orizzontamenti e montata la struttura di pelle e serrati i collegamenti, sono stati definitivamente tesati i cavi di post-tensione. A questo punto tutte le forze peso sono risultate definitivamanete bilanciate.
Il criterio progettuale che è stato seguito per determinare la quantità ed il profilo dei cavi è quello che prevede la ricerca dell'equilibrio delle azioni, trasmesse al piano di trasferimento dalle strutture di elevazione, per effetto dei carichi quasi permanenti.
Una volta determinata la quantità ed il profilo più adatto dei cavi, questi sono stati introdotti in un modello generale che ha permesso di valutare in modo realistico gli effetti indotti nella struttura dalla parte di carico non equilibrata e dalla deformazione elastica dei tripodi e dei corpi scala.
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